meteolive:
E ' noto come "gelicidio", ma viene chiamato anche "vetrone" o "galaverna" in alcune regioni, pur avendo nulla a che fare con il classico deposito di brina sugli alberi. Ma cos' è effettivamente questo fenomeno e dove si manifesta con maggior frequenza? Il gelicidio presuppone diversi passi, il primo tra i quali è l'afflusso al livello del suolo di aria molto fredda dalle latitudini artiche che permetta il raggiungimento per diversi giorni di temperature abbondantemente al di sotto dello zero. Tale status permette al suolo di gelare fino a qualche centimetro di profondità.
A seguire, il secondo passo implica il subentro di una perturbazione, accompagnata dal correnti più miti in quota; il tipico fronte caldo. In tali condizioni, lo scorrimento dell'aria mite e umida subentrante al di sopra del cuscino di aria gelata, determina con maggior frequenza le classiche nevicate da "addolcimento".
In alcuni casi però, i fiocchi di neve nella loro caduta, possono attarversare alle quote intermedie una lama di aria con temperature anche di poco superiori allo zero; questo in virtù dello scorrimento di aria mite descritto poc'anzi. Ebbene la neve fonde e diventa pioggia ma nella sua ulteriore caduta verso la pianura si ritrova poi nuovamente immersa in ambiente nuovamente sotto lo zero. Questo in virtù del fatto che nei bassi strati è ancora presente il cuscino di aria gelida e inerte. Cosa accade allora??
Naturalmente la pioggia non si può ritrasformare in neve ma le gocce diventano piccoli pezzi di ghiaccio sopraffuso dall'aspetto trasparente. Questi ultimi, depositandosi al suolo, gelano immediatamente ricoprendo tutto con una insidiosissima patina di ghiaccio vetrato, spessa a volte anche alcuni centimetri, a seconda della durata e dell'intensità del fenomeno.
Dove avviene con maggior frequenza questo fenomeno? In Italia la pianura Padana è la zona più favorita, poichè il circondario montuoso facilita la protezione del catino gelido nei bassi strati e lo scorrimento mite al di sopra delle cime montuose, generalmente quelle dell'Appennino ligure, dalla cui direzione prendono a sorvolare le correnti più miti in quota. Alcuni episodi sono stati registrati anche nell'alta Toscana, in particolare nella zona del Mugello, ma risultano molto più rari rispetto al settore padano.
Fenomeni analoghi possono avvenire anche nelle vallate alpine e dell'Appennino settentrionale. Anche sulle grandi pianure dell'Europa centrale e settentrionale, nonchè sulle Plains canadesi e del nord degli Stati Uniti il gelicidio risulta un fenomeno piuttosto frequente nel corso della stagione fredda, soprattutto nei mesi di dicembre e gennaio.
3BMETEO:
In parecchi si saranno accorti ieri sera o anche questa mattinata come il suolo in alcuni settori del Nord, in particolar modo lungo la fascia prealpina e pedemontana lombarda, erano ricoperti da una patina di ghiaccio che ha reso difficoltoso sia camminare che guidare le proprie vetture.
In termini meteorologici questo fenomeno viene detto Gelicidio o pioggia congelantesi o anche vetrone. Tecnicamente esso è provocato dalla pioggia o dalla pioviggine che, a causa del fenomeno della sopraffusione, cadono al suolo in forma liquida pur con una temperatura dell'aria inferiore a 0°C gelando poi a contatto con il terreno.
In altre parole le precipitazioni, nevose ad alta quota, si trovano ad attraversare un spesso strato d’aria a temperatura positiva (+2°C, +3°C o più),i cristalli fondono trasformandosi in gocce di pioggia. Se a queste condizioni si somma la concomitante persistenza del ristagno di uno strato a contatto con il suolo con una temperatura negativa di almeno 1-2 gradi, o più, le goccioline d’acqua, giungendo negli strati prossimi al terreno, trovandosi improvvisamente ad una temperatura inferiore allo zero, restano allo stato sopraffuso, congelando solo al momento dell'impatto con il terreno o con qualsiasi superficie esposta all'aria e formando uno strato di ghiaccio sottile e trasparente, perché privo di aria, detto vetrone.
Precisiamo che lo stato sopraffuso si intende banalmente quando le gocce di pioggia si trovano allo stato liquido nonostante la temperatura sia inferiore a 0°C .
Il gelicidio non deve esser confuso con la brina che si deposita lentamente per condensazione sulle superfici esterne quando, in assenza di ventilazione e con umidità relativa dell’aria molto elevata, perdono calore di notte fino a raggiungere 0°C. Non dovrebbe essere confusa con il gelicidio neppure la galaverna che si verifica, con temperature inferiori a 0°C quando minuscole goccioline di acqua esistenti nell’aria si solidificano intorno al suolo o sulla vegetazione formando un rivestimento che è però opaco (per la presenza di aria), biancastro ed assai fragile. In presenza di vento forte, il rivestimento intorno alle superfici segue la direzione del vento, cosicché si formano talora, specialmente intorno ai tralicci di metallo ed ai fusti delle piante, delle specie di lame di ghiaccio biancastre, irregolari e dentellate, larghe anche 20 centimetri e più; il fenomeno si chiama calabrosa.
E ' noto come "gelicidio", ma viene chiamato anche "vetrone" o "galaverna" in alcune regioni, pur avendo nulla a che fare con il classico deposito di brina sugli alberi. Ma cos' è effettivamente questo fenomeno e dove si manifesta con maggior frequenza? Il gelicidio presuppone diversi passi, il primo tra i quali è l'afflusso al livello del suolo di aria molto fredda dalle latitudini artiche che permetta il raggiungimento per diversi giorni di temperature abbondantemente al di sotto dello zero. Tale status permette al suolo di gelare fino a qualche centimetro di profondità.
A seguire, il secondo passo implica il subentro di una perturbazione, accompagnata dal correnti più miti in quota; il tipico fronte caldo. In tali condizioni, lo scorrimento dell'aria mite e umida subentrante al di sopra del cuscino di aria gelata, determina con maggior frequenza le classiche nevicate da "addolcimento".
In alcuni casi però, i fiocchi di neve nella loro caduta, possono attarversare alle quote intermedie una lama di aria con temperature anche di poco superiori allo zero; questo in virtù dello scorrimento di aria mite descritto poc'anzi. Ebbene la neve fonde e diventa pioggia ma nella sua ulteriore caduta verso la pianura si ritrova poi nuovamente immersa in ambiente nuovamente sotto lo zero. Questo in virtù del fatto che nei bassi strati è ancora presente il cuscino di aria gelida e inerte. Cosa accade allora??
Naturalmente la pioggia non si può ritrasformare in neve ma le gocce diventano piccoli pezzi di ghiaccio sopraffuso dall'aspetto trasparente. Questi ultimi, depositandosi al suolo, gelano immediatamente ricoprendo tutto con una insidiosissima patina di ghiaccio vetrato, spessa a volte anche alcuni centimetri, a seconda della durata e dell'intensità del fenomeno.
Dove avviene con maggior frequenza questo fenomeno? In Italia la pianura Padana è la zona più favorita, poichè il circondario montuoso facilita la protezione del catino gelido nei bassi strati e lo scorrimento mite al di sopra delle cime montuose, generalmente quelle dell'Appennino ligure, dalla cui direzione prendono a sorvolare le correnti più miti in quota. Alcuni episodi sono stati registrati anche nell'alta Toscana, in particolare nella zona del Mugello, ma risultano molto più rari rispetto al settore padano.
Fenomeni analoghi possono avvenire anche nelle vallate alpine e dell'Appennino settentrionale. Anche sulle grandi pianure dell'Europa centrale e settentrionale, nonchè sulle Plains canadesi e del nord degli Stati Uniti il gelicidio risulta un fenomeno piuttosto frequente nel corso della stagione fredda, soprattutto nei mesi di dicembre e gennaio.
3BMETEO:
In parecchi si saranno accorti ieri sera o anche questa mattinata come il suolo in alcuni settori del Nord, in particolar modo lungo la fascia prealpina e pedemontana lombarda, erano ricoperti da una patina di ghiaccio che ha reso difficoltoso sia camminare che guidare le proprie vetture.
In termini meteorologici questo fenomeno viene detto Gelicidio o pioggia congelantesi o anche vetrone. Tecnicamente esso è provocato dalla pioggia o dalla pioviggine che, a causa del fenomeno della sopraffusione, cadono al suolo in forma liquida pur con una temperatura dell'aria inferiore a 0°C gelando poi a contatto con il terreno.
In altre parole le precipitazioni, nevose ad alta quota, si trovano ad attraversare un spesso strato d’aria a temperatura positiva (+2°C, +3°C o più),i cristalli fondono trasformandosi in gocce di pioggia. Se a queste condizioni si somma la concomitante persistenza del ristagno di uno strato a contatto con il suolo con una temperatura negativa di almeno 1-2 gradi, o più, le goccioline d’acqua, giungendo negli strati prossimi al terreno, trovandosi improvvisamente ad una temperatura inferiore allo zero, restano allo stato sopraffuso, congelando solo al momento dell'impatto con il terreno o con qualsiasi superficie esposta all'aria e formando uno strato di ghiaccio sottile e trasparente, perché privo di aria, detto vetrone.
Precisiamo che lo stato sopraffuso si intende banalmente quando le gocce di pioggia si trovano allo stato liquido nonostante la temperatura sia inferiore a 0°C .
Il gelicidio non deve esser confuso con la brina che si deposita lentamente per condensazione sulle superfici esterne quando, in assenza di ventilazione e con umidità relativa dell’aria molto elevata, perdono calore di notte fino a raggiungere 0°C. Non dovrebbe essere confusa con il gelicidio neppure la galaverna che si verifica, con temperature inferiori a 0°C quando minuscole goccioline di acqua esistenti nell’aria si solidificano intorno al suolo o sulla vegetazione formando un rivestimento che è però opaco (per la presenza di aria), biancastro ed assai fragile. In presenza di vento forte, il rivestimento intorno alle superfici segue la direzione del vento, cosicché si formano talora, specialmente intorno ai tralicci di metallo ed ai fusti delle piante, delle specie di lame di ghiaccio biancastre, irregolari e dentellate, larghe anche 20 centimetri e più; il fenomeno si chiama calabrosa.
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